giovedì 26 luglio 2012

MOZIONE A SOSTEGNO DELLA RIFORMA DEL DIRITTO DI CITTADINANZA PER I MINORI


La mozione è stata respinta dal gruppo di maggioranza perchè l'argomento non è inerente all'ambito amministrativo e può prestarsi a strumentalizzazioni di tipo politico e propagandistico.



Al Sindaco del Comune di Chiavenna

Mozione del gruppo consiliare “Chiavenna di tutti”

OGGETTO: sostegno alla riforma dei diritti di cittadinanza


Premesso che

- la Legge italiana (legge 5 febbraio 1992, n.91 e i Decreti del Presidente della Repubblica 12 ottobre 1993, n.572 e 18 aprile 1994, n. 362) prevede che i ragazzi e le ragazze nati nel nostro Paese, solo al compimento della maggiore età si vedano riconosciuto il diritto a chiederne la cittadinanza, e solamente nell’arco di tempo di un anno;

- nell’ottobre 2011 si è avviata nel nostro Paese una campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione per i diritti di cittadinanza, in particolare dei minori, denominata “L’Italia sono anch’io”, a cui hanno aderito varie associazioni nazionali e locali ed organizzazioni laiche e religiose, enti locali, sindacati, partiti, gruppi di diverso orientamento e rappresentativi della società civile, nonché singoli cittadini volontari (tra i soggetti aderenti ricordiamo ACLI, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, legate alla Conferenza episcopale, Emmaus Italia, Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Libera, Tavola della Pace e Coordinamento nazionale degli enti per la pace e i diritti umani) con primo firmatario e Presidente del Comitato promotore il Sindaco di Reggio Emilia e Presidente dell’ANCI Graziano Delrio.Tale campagna, riconoscendo i cambiamenti demografici avvenuti nel nostro Paese, ha sollecitato, in modo unitario e trasversale, una riforma del diritto di cittadinanza che preveda che anche i bambini nati in Italia da genitori stranieri, con posizione regolare, possano essere a tutti gli effetti cittadini italiani.Sono state raccolte 110.000 firme, più del doppio necessario, 18.000 nella sola Lombardia.

- anche a Chiavenna nel dicembre scorso diversi cittadini si sono liberamente impegnati nella raccolta di firme a sostegno della campagna succitata, sostenendo la necessità, civile, sociale e di pubblico interesse, di modificare la Legge sulla cittadinanza, con particolare riferimento ai ragazzi di origine straniera nati o cresciuti in Italia, raccogliendo più firme che in altri Comuni della Provincia.


Considerato che

-  molte figure istituzionali, dal Presidente della Repubblica a quello della Camera, hanno inoltrato un appello per l’adeguamento della legge del 1992, non più rispondente alle attuali dinamiche sociali e demografiche, affinché si amplino i requisiti di concessione della cittadinanza italiana, basandoli sul principio dello Ius Soli oltre che su quello dello Ius Sanguinis, al quale si ispira invece la normativa vigente.


In riferimento

- alle seguenti e lungimiranti parole pronunciate dal Presidente della Repubblica, davanti ad una delegazione della Federazione delle Chiese Evangeliche:
 "Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia  da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un’assurdità”.
Bambini e i ragazzi di origine straniera “fonte di speranza” e “parte integrante dell’Italia di oggi e di domani”, “l’energia vitale”, i ‘nuovi italiani’, che potranno dare il loro contributo concreto allo sviluppo demografico, economico, sociale e civile del Paese, anche con particolare riferimento alla sostenibilità del debito pubblico.

Tenuto conto che

- il beneficio della cittadinanza italiana spetta di diritto anche a chi nasce in Italia da genitori ignoti o apolidi, o al figlio di genitori ignoti trovato sul territorio italiano, di cui non si trova nessun'altra cittadinanza, o ancora allo straniero che risiede da tre anni o che è nato in Italia, del quale si riescono a rintracciare antenati diretti di nazionalità italiana ed infine al ragazzo già diciottenne adottato da cittadini italiani, che risiede in Italia da almeno 5 anni.

Rilevato che

-i nati in Italia, ancora giuridicamente stranieri, superano il mezzo milione e, complessivamente, i minori stranieri residenti in Italia sono quasi un milione (quasi il 22% dei minori residenti in Italia)
-che anche nella nostra cittadina vivono numerosi bambini qui nati e qui residenti, figli di cittadini stranieri;
-che i succitati minori solo al compimento della maggiore età si vedono riconosciuto il diritto a chiedere la cittadinanza, vivendo fino ad allora una condizione di limbo ingiustificata, una sorta di apolidia familiare;

Ricordando che

- l’articolo 3 della Costituzione Italiana garantisce che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali"
- il tema dell’integrazione è stato affrontato anche dalla nostra Amministrazione Comunale con iniziative educative mirate.

Ritenendo che

-una riforma dei diritti di cittadinanza eviterebbe il crearsi di situazioni paradossali in cui questi bambini, nati o cresciuti nel nostro Paese, sono di fatto anagraficamente stranieri, stranieri in patria, con ripercussioni negative sulla effettiva possibilità di un processo di integrazione, di inclusione, di radicamento, di identità ed appartenenza a pieno titolo ad una comunità, di condivisione e di coesione sociale.



In considerazione di queste ragioni si chiede che il Consiglio Comunale, il Sindaco e la Giunta si impegnino


- a sostenere il riconoscimento della cittadinanza italiana per Ius Soli ai figli nati sul territorio italiano da entrambi genitori stranieri legalmente e regolarmente residenti, riconoscendo così la Convenzione Europea sulla Nazionalità che già nel 1997 chiedeva agli Stati di facilitare l’acquisizione della cittadinanza per “le persone nate sul territorio e ivi domiciliate legalmente ed abitualmente” e promuovendo la riforma delle norme relativamente alla cittadinanza per i minori nati in Italia

- a trasmettere quindi al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato e ai Capigruppo dei Partiti presenti in Parlamento la presente delibera, perché il Parlamento avvii e concluda nel più breve tempo possibile la discussione relativamente alle proposte di legge sul tema in oggetto, al fine di arrivare in tempi rapidi alla sua approvazione.

















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