venerdì 31 dicembre 2010

IL SINDACO GUARDA E GIUDICA: una parola per tutti

E' in corso in questi giorni una discussione sul PGT tra associazioni ambientaliste, storici, cittadini ed il nostro Sindaco.
In particolare, riguardo all'assenza del gruppo consiliare di maggioranza invitato al dibattito pubblico di Legambiente, il Sindaco, invece di rispondere nel merito dell'argomento, sembra non accettare parere critici, diversi dal suo.
Anche in questa occasione, chiunque dica di pensarla diversamente viene additato, giudicato e ammonito, ancora una volta come "strumentale e provocatorio".

Beatrice Patrini

giovedì 21 ottobre 2010

BOX ALLA STAZIONE Consiglio Comunale 18.10.10

Prendiamo atto dell'esito negativo del secondo bando d'asta e delle conseguenze che la mancata vendita dei box avrebbe sulle casse del nostro Comune, con il rischio di non poter rispettare questo iniquo Patto di Stabilità.
E' intenzione del gruppo di minoranza tenere un comportamento di responsabilità: per fare questo, chiediamo alla maggioranza, che ne sa di più e meglio di noi, di capire in quale direzione si sta andando.
La minoranza è venuta a conoscenza della convocazione del Consiglio e delle informazioni relative agli argomenti all'ordine del giorno,dalla stampa e dopo i giornali:
prima di ricevere la documentazione per i Consiglieri e prima ancora della riunione dei capigruppo, convocata tra l'altro con sole 6 ore di preavviso.
Non è in discussione il ruolo dei giornalisti, che fanno giustamente il loro lavoro e le loro interviste, ma si parla del ruolo del Sindaco e dei Consiglieri e del rispetto delle istituzioni comunali.
Abbiamo già detto tante volte che i Comuni sono con l'acqua alla gola, strozzati da questo Patto di stabilità, da un Patto di Stabilità di questo tipo.
Il debito dello Stato va sempre peggio, a Roma si continua a mangiare ed il nostro Comune si deve arrangiare.
A bilancio sono stati messi 300.000 euro della vendita dei box.Secondo le previsioni della precedente Amministrazione Pozzoli non ci sarebbero stati problemi a vendere bene i box. Nella prima asta si è stabilito un prezzo (adeguato? di mercato? qual è e com'è il mercato dei box nel centro storico?) e poi lo si è scontato e questa è una strada che va incontro ai cittadini. Ora si tolgono i vincoli, ogni persona fisica e giuridica potrà acquistare anche più di due box.
Le cose sono andate avanti e a questo punto i tempi stringono.
Quale strada stiamo imboccando:
quella del ribasso economico? quella di togliere i vincoli?
tutte e due? togliere i vincoli ed abbassare il prezzo?
Oggi in Consiglio parliamo di togliere i vincoli. I prezzi si decideranno, o sono stati già concordati, in Giunta.
Ci sembrano importanti due aspetti:
che i box vengano finalmente venduti e che in questa vendita vengano agevolati i singoli cittadini.
Non vorremmo mai che si dica che il settore immobiliare venga agevolato.
Abbiamo visto in Consiglio situazioni diverse:
Il Comune ha venduto un terreno edificabile a 39 euro/mq, la cui valutazione ai fini del pagamento ICI era di 80 euro, fatta dal nostro stesso Comune.
Il Comune ha comprato un terreno non edificabile al centro sportivo/oratorio a 4 volte il valore del prezzo a cui abbiamo venduto il terreno edificabile sopracitato.
Ed ancora il Dott. Dinale in Consiglio ha parlato di un'altra valutazione di circa 250 euro/ mq.

CONSIGLIO COMUNALE 18.10.10

RINVIO AUTORIZZAZIONE INSTALLAZIONE WI-MAX sul traliccio Telecom alla Stazione

Il rinvio di questo punto al prossimo Consiglio comunale, al fine di approfondire la possibilità amministrativa di concedere solo provvisoriamente l'installazione, ci pare un'OTTIMA IDEA, un segnale per mettere mano al problema antenna sentito da tanti cittadini (non dimentichiamo la raccolta delle firme di 1200 cittadini).
Lo spostamento dell'antenna Telecom non è di immediata e facile soluzione, ma deve presupporre grande impegno da parte dell'Amministrazione per avviare una seria trattativa con le ditte.
Luca Dei Cas, nostro rappresentante nella Commissione urbanistica, ha proposto di inserire nell'autorizzazione il CRITERIO DI PROVVISORIETA' :
potrebbe essere una strada per non continuare ad installare altri impianti sul traliccio della Telecom.
Più metteremo impianti stabili sul traliccio, più difficile sarà spostarlo in luogo più idoneo, per la salute pubblica (l'antenna si trova nel centro storico e vicina a edifici permanentemente frequentati, scuole, uffici,..).
Abbiamo parlato nei precedenti Consigli del lavoro delle Commissioni Comunali: il nostro contributo è stato giudicato deludente, pur non riferendo esempi specifici e concreti, e pazienza.
Anche questa volta la commissione è stata convocata vicinissima alla data del Consiglio, con l'ordine del giorno del Consiglio già predisposto. Questo ha costretto al rinvio del punto in oggetto ed ad un lavoro inutile per gli uffici. Diciamo ancora una volta che tempi di convocazione e di lavoro più ampi permetterebbero a tutti di lavorare meglio.

sabato 2 ottobre 2010

DIRITTO ALLO STUDIO Consiglio Comunale 30.9.2010

E' un punto all'Ordine del Giorno che il gruppo di minoranza considera di fondamentale importanza, il DIRITTO ALLO STUDIO, e sappiamo che queste parole hanno un significato profondo, perchè garantisce l'accesso allo studio ed all'istruzione.
Crediamo che sia la maggioranza sia la minoranza vorrebbero un Piano di diritto allo studio più ricco di questo, ma le ristrettezze di bilancio ci permettono solo, e non è un SOLO riduttivo, ma solo e con fatica, di garantire, ancora per un anno, i servizi esistenti, storicamente offerti ai cittadini.
Sostanzialmente soprattutto i trasporti e la mensa. Bene la consulenza psicopedagogica alle scuole, funziona bene, sono soldi ben spesi. Bene il piedibus od il ciclobus (era nel nostro programma elettorale e ne apprezziamo la realizzazione) e soprattutto bene la spesa prevista per la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
Apprezziamo che l'intenzione della maggioranza si sia incontrata con la richiesta che il nostro consigliere Gallegioni aveva espresso in Consiglio mesi fa riguardo all'opportunità di ricordare l'Unità d'Italia, in questo momento in cui acquistano priorità le divisioni piuttosto che l'unità, e si sottolineano le differenze, a scapito delle uguaglianze.
Viviamo tempi difficili per il senso civico, la libertà di pensiero e di coscienza, il rispetto delle diverse idee, la coesione, l'identità di cittadini del nostro Paese:
il tricolore è il simbolo che ci rappresenta, IL simbolo per cui si sono impegnati tanti uomini e donne prima di noi.
E' un segno importante celebrare il tricolore anche nella nostra comunità, nel nostro Consiglio Comunale, all'unanimità, tutti, speriamo senza distinguo, senza se e senza ma. E' stato, è e rimane il simbolo che rappresenta i valori a cui credere, uniformarsi, secondo i quali coerentemente vivere ed agire. Festeggiamo il tricolore proprio in un momento in cui si impongono altri simboli di partito, ideologici, MOLTO IDEOLOGICI, nelle nostre scuole, nelle nostre piazze, nei nostri edifici pubblici, impossessandosi di un patrimonio comune, che è di tutti.
La scuola non è la sede di un partito.
La scuola forma coscienze e menti. Nel discorso del '50, che tutti conosciamo e che è attualissimo, Calamandrei disse che la Scuola è un organismo dello Stato, come la Camera ed il Senato, e che è uno strumento di democrazia. Disse che la Scuola CREA IL SANGUE di questo organismo, lo nutre.
Oggi non c'è attenzione verso la Scuola, è considerata cosa di poco conto, non un investimento: stiamo assistendo ad un declassamento, ad un impoverimento della scuola pubblica.
Ci auguriamo che nel prossimo futuro la maggioranza non effettui tagli sulle spese al DIRITTO allo studio, essenziali e del resto contenute.Ma se ai tagli saremo tristemente costretti, si tagli su altri capitoli, su cifre ben più consistenti e non così ben spese.

Beatrice Patrini con il gruppo di minoranza

mercoledì 30 giugno 2010

Notiziario Chiavenna di Tutti

Pubblichiamo il nostro notiziario. Buona lettura!

I^ Notiziario

lunedì 21 giugno 2010

VALORIZZIAMO LA NOSTRA ACQUA

Nel Consiglio comunale dell'8 giugno 2010 si è approvata una delibera per la convenzione tra Comunità Montana e Comune per l'esercizio associato in materia di tutela ambientale.
Nell'ambito dell'autocontrollo delle acque potabili, il gruppo di minoranza ha proposto che l'Amministrazione dia ai cittadini un messaggio forte sul valore dell'acqua del rubinetto, sul suo consumo e sul suo risparmio.Lo si potrebbe fare attraverso il sito del Comune, o tramite la bolletta, od altre iniziative, a costo zero.
Ci sembra importante sottolineare i significati ambientali, ecologici, etici, economici del consumo dell'acqua del rubinetto, che è un bene comune da difendere dai forti interessi del mercato e del profitto.

martedì 27 aprile 2010

BILANCIO consiglio comunale 21.4.2010

Il Bilancio del Comune di Chiavenna purtroppo si presenta molto contenuto.
L'abbiamo detto anche in altre occasioni, ci tocca fare i conti con i massicci tagli dei trasferimenti statali da Roma, cui si sono anche aggiunti i tagli nei trasferimenti dalla Regione, soprattutto nella spesa sociale e la Provincia ancora non ha preteso dalle ditte produttrici di energia idroelettrica i 103 Milioni di euro di sovraccanoni pregressi dello sfruttamento delle nostre acque.
Nei giorni scorsi l'Assemblea dei Sindaci del distretto della Bassa Valtellina ha redatto un documento di protesta contro i tagli, soprattutto per il settore sociale (in una situazione di grave crisi economica che coinvolge quotidianamente le famiglie).
La Regione ha tenuto per sé le quote dei Piani di Zona, in contraddizione con il principio di sussidiarietà.
Alcuni Sindaci valtellinesi hanno partecipato alla manifestazione di protesta dei sindaci lombardi a Milano.
Al di là dell'essere più o meno d'accordo con queste iniziative, quello che é evidente a tutti é Il silenzio degli amministratori della nostra Valle:
nessun dissenso e nessuna preoccupazione sono stati espressi in merito ai mancati finanziamenti che mettono in ginocchio i bilanci degli enti locali.
Ma crediamo che questo silenzio non sarà certamente giustificato dal pensare che vada tutto bene, non crediamo gli amministratori siano felici e contenti dei tagli alle entrate.
Ci e vi chiediamo il perché di questo silenzio.
A Roma si sostengono amministrazioni fallimentari e sprecone come il comune di Catania, si aumentano le spese dell'amministrazione centrale e si stringono i cordoni della borsa ai nostri comuni.
Tra l'altro una ricerca dell'Università Bocconi individua il nostro territorio come uno dei più dipendenti dai trasferimenti statali: chiediamo quale sia la vostra valutazione di questi dati e quale significato assumono in questo momento.
Avremmo visto meglio un Bilancio meno statico e più aperto verso il sociale, come coinvolgimento sia dei cittadini, sia della minoranza, sia come sforzo di reperimento di fondi.
Gordona prevede per statuto l'obbligo di un consiglio comunale informale aperto a tutti i cittadini prima dell'approvazione del Bilancio, mentre il gruppo di minoranza ha ricevuto un No alla proposta di istituire una commissione Bilancio, proposta fatta in considerazione dell'importanza che il bilancio ha nella vita amministrativa del nostro comune.
La modalità del comune di Gordona é un degno sforzo verso un Bilancio partecipato o sociale.
Siamo convinti che quanto di meglio possiamo desiderare in qualità di amministratori sia informare e soprattutto condividere le scelte amministrative con i diretti interessati, cioé con i Cittadini stessi.
Da parte nostra, come gruppo di minoranza, abbiamo fatto quello che potevamo:
abbiamo rinunciato ai compensi previsti per i consiglieri comunali.
Non possiamo dimezzarci gli stipendi come ha fatto la Giunta di Gordona, né risparmiare 50.000 € sulle spese della Giunta come sta facendo il comune di Sondrio.
Beatrice Patrini

venerdì 19 marzo 2010

Consiglio comunale PGT 15.3.2010 intervento Consigliere Dei Cas Luca

Per una amministrazione comunale la programmazione territoriale, nella sua accezione più ampia, rappresenta l’impegno politico per eccellenza quello dove le differenti visioni culturali e le diverse ipotesi di sviluppo di una comunità vengono a galla con maggior chiarezza. La legge regionale 12/05, con l’introduzione dei PGT in sostituzione del vecchio strumento (PRG), non ha fatto altro che marcare ancor più nettamente tale importanza esplicitando lo stretto legame esistente fra edilizia, servizi pubblici, sistema sociale ed economico, prospettive di sviluppo ecc…
Per questa ragione il punto all’ordine del giorno varrebbe, da solo, una discussione che impiegherebbe il Consiglio Comunale in più sedute. Consapevoli che ciò non è possibile riteniamo però doveroso esplicitare, in forma chiara, almeno alcune delle principali considerazioni che ci portano a dissentire su quanto qui oggi proposto.
La nostra lista (CHIAVENNA DI TUTTI) rappresenta in quest’aula il primo gruppo, non fosse altro che per una questione generazionale, portatore di una netta visone relativa allo sviluppo sostenibile.
Il programma elettorale ha presentato con chiarezza questa priorità e quindi, coerentemente a quanto proposto, abbiamo cercato di analizzare lo strumento urbanistico all’interno di una cornice di valori che tiene conto di:
1.diritto di opzione per le generazioni future;
2.consapevolezza dell’irreversibilità delle scelte di espansione edilizia;
3.concetto di limite in quanto il limite è insito nella natura umana ed ancor più nei sistemi ambientali che ci circondano;
4.stimolare il recupero edilizio di aree degradate o dismesse anche al fine di non intaccare aree ecologicamente integre;
5.soddisfare le legittime richieste dei privati purchè non collidano con l’interesse pubblico;
6.implicazioni sociali dell’urbanistica con particolare riferimento alla realizzazione/non realizzazione di spazi/servizi pubblici ed alla creazione di nuovi agglomerati residenziali;

In Italia sappiamo bene che i prodromi della pianificazione urbanistica si sono avuti a partire dagli anni sessanta. Prima di allora per millenni chiunque fosse stato proprietario di un “pezzo di terra” poteva, sullo stesso, fare più o meno ciò che voleva anche se ciò avveniva con estrema parsimonia. Fino a tutti gli anni 50 la nostra economia era infatti basata principalmente sull’agricoltura della sussistenza e la terra agricola aveva più valore di quella che noi oggi chiamiamo edificabile.
L’interesse primario era perciò rivolto alla cura dei campi, dei prati delle vigne e dei castagneti, mentre le case occupavano lo spazio sufficiente a non consumare troppo territorio agricolo.
Non c’era bisogno di alcun PGT che pianificasse la crescita edilizia perché, in buona sostanza, non c’era crescita edilizia.
Tutto si autoregolamentava dentro ai limiti che l’uso agricolo del suolo imponeva. Il risultato era un territorio coerente e facilmente comprensibile, un territorio certamente sano.
Tutto ciò rappresenta le nostre radici ma ancora di più ciò rappresenta la radice del nostro tessuto urbano. A partire dagli anni 60 fino ad oggi queste nostre radici, questo nostro tessuto ha subito inevitabilmente una sovrascrittura dovuta all’abbandono progressivo dell’agricoltura e, la necessità di avere uno strumento di pianificazione, ha iniziato a farsi sentire fortemente.
Tale concetto di pianificazione pertanto aveva ed ha molteplici scopi tra cui:
- IMPEDIRE il depauperamento o la distruzione di beni pubblici sia ambientali che artistici ancorchè di proprietà privata
- GOVERNARE lo sviluppo del nuovo valorizzando l’esistente al fine di creare le caratteristiche migliori dell’abitato.
- DEFINIRE una situazione di regole uguali per tutti i cittadini e possibilmente condivise
- EVITARE che l’interesse del singolo prevarichi sull’interesse di tutti
La pianificazione va governata tenendo presente l’interesse dei SINGOLI fino a che questo non collida però con l’interesse di TUTTI.
In altri termini il buon amministratore deve cercare di soddisfare l’interesse dei singoli, purchè le richieste (dei singoli) possano inquadrarsi in un disegno condiviso che guardi all’interesse di tutti.
Questa, ce ne rendiamo conto, è la parte più difficile perché può succedere di dover dire dei NO.
Ove così non fosse la crescita urbanistica non verrebbe governata e la qualità della vita di tutti ne verrebbe a patire. A questo proposito è solo il caso di ricordare che oltre al ben noto art. 9 della Carta Costituzionale anche la legislazione pone in relazione qualità della vita con qualità dell’ambiente (es il D.Lgs. 152/05 ha come obiettivo “ la promozione dei livelli di qualità della vita umana, da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell’ambiente e l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali”).
Se siamo d’accordo con quanto sopra, ossia che l’ambiente nel quale viviamo è un bene pubblico nonostante i singoli terreni siano di proprietà privata, è logico concludere che il territorio non può essere tutto ed indifferentemente edificato solo per il fatto di esserne i proprietari ma può essere edificato nella misura in cui tale modifica ambientale/paesaggistica/sociale/ecosistemica ecc…. sia utile all’intera cittadinanza e non rechi pregiudizio alle generazioni future a cui, è bene ricordarlo, siamo moralmente obbligati a lasciare il mondo in una situazione almeno non peggiore (non dico migliore) di come i nostri padri l’hanno lasciato a noi.
Per questa ragione il primo input che una amministrazione deve trasmettere, ai tecnici incaricati di redigere lo strumento urbanistico, è quello relativo al tipo di sviluppo che si vuole dare alla nostra città.
Ma forse, prima ancora, c’è da interrogarsi su cosa intendiamo per sviluppo e per crescita di una comunità. In quest’aula il nostro CAPOGRUPPO ha già fatto risuonare il giusto interrogativo SE CRESCERE AD OGNI COSTO che la “Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi” (CIPRA) ha lanciato pochi mesi fa. Noi non crediamo che la crescita di un paese si possa misurare esclusivamente con i parametri economici (tante merci prodotte, tante strade, tante case edificate….). La stima di ciò che si produce non ci dice, in quanto tale, se ciò che produciamo sia positivo ed utile oppure inutile, ecologicamente incompatibile se non addirittura dannoso.
A volte la crescita, così come identificata comunemente, rappresenta il PARADOSSO DELLA CRESCITA.
Prendiamo l’esempio del PIL. Se io passo da un edificio riscaldato a petrolio ad un edificio riscaldato con il solare il PIL diminuirà ma sfido chiunque a dire che non vi sia una crescita per l’intera comunità.
Quando parliamo di sviluppo della nostra città dobbiamo quindi uscire dai vecchi canoni sviluppisti della crescita ed iniziare a guardare la realtà con gli occhi del terzo millenio !!!
Dato per scontato che nessuno intravede sviluppi industriali, mi auguro che ciò sia consapevolezza diffusa(sono certo che lo sia almeno per i più saggi membri della maggioranza), dobbiamo ricercare uno sviluppo legato alla qualità del vivere tipico di una bella cittadina alpina ricca di storia quale è Chiavenna. Per fare ciò vanno dimensionate, in qualità e quantità, le azioni da intraprendere. Tralasciando, per ovvietà , le molte considerazioni generali e gli obiettivi di Piano che anche noi riteniamo fondati e corretti mi concentro, solamente, su alcuni degli aspetti che vorremmo modificare.
Fra gli 8 obiettivi dichiarati nel piano vi sono quelli di (ob. E) “ridefinire l’affaccio verso il torrente Liro” e (ob. F) “avviare il recupero delle aree residenziali e periferiche e dei nuclei frazionali”.
L’obiettivo E si concretizza nell’ambito di trasformazione A.T. 4.1.Via Raschi mentre l’obiettivo F in una serie di Ambiti di Trasformazione, differenti per importanza ed impatto, fra cui i più critici ci appaiono le aree di Loreto (A.T. 1.4.), Campedello (A.T.1.7 ed 1.8), San Carlo (A.T.1.6.) e Via Carducci (A.T.1.2). In senso esattamente contrario ci pare critica anche la cancellazione dell’ambito di Uggia (A.T. 1.1.).
Cerchiamo ora di analizzare distintamente i due obiettivi sopra ricordati.
ob. E) “ridefinire l’affaccio verso il torrente Liro
Via Raschi A.T. 4.1:
Quest’ambito è caratterizzato dalla previsione di una abnorme espansione edilizia residenziale. Più in generale, al di là degli obiettivi dichiarati, è importante specificare che i 19 (18?) Ambiti di Trasformazione individuati da questo piano prevedono nuova edilizia residenziale per un totale compreso fra 250.000 mc e 315.000 mc. Per coloro a cui questi numeri non dicono molto è bene chiarire che, con tale volumetria, si intendono creare abitazioni per una popolazione di circa 2000 persone (per l’esattezza la stima è compresa fra 1679 e 2107 abitanti). Il solo ambito di Via Raschi prevede una volumetria di circa 130.000 mc (oltre il 40% dell’incremento previsto per tutta Chiavenna) per poco più di 900 nuovi abitanti !
Se ci concentriamo esclusivamente sulla nuova residenzialità dobbiamo aggiungere che le abitazioni per oltre 2000 persone non esauriscono l’offerta di questo piano perché in questa cifra non sono conteggiate le eventuali ristrutturazioni degli edifici residenziali ad oggi fatiscenti o disabitati (così come puntualmente individuati negli allegati al Piano) né le nuove volumetrie dei lotti liberi dove è già da ora possibile edificare. Usando una terminologia desueta possiamo quindi genericamente affermare che questo PGT, che lo ricordo ha un tempo di previsione di 5 anni, è dimensionato affinchè Chiavenna possa avere un incremento di oltre il 30% degli abitanti in 5 anni!
Chiunque a questo punto si farà la domanda che vi abbiamo posto noi: ma dove li prenderete oltre 2000 abitanti ?
In ambito pianificatorio è noto che la “domanda è la molla della scienza urbanistica” ed è altrettanto noto “ che le risposte, a questa domanda, non siano univoche” ma qui non si tratta di condividere le risposte, cosa già di per sé problematica, bensì di individuare una domanda che, OGGETTIVAMENTE, nessuno vede!!
Da dove nasce l’esigenza di realizzare edilizia residenziale per oltre 2000 nuovi abitanti ?
A questa domanda, che vi poniamo ormai noiosamente dalla prima commissione urbanistica, non avete ancora risposto.
Per ovviare al nostro quesito avete però inserito, nell’ultima versione del piano, una tabella dalla quale si evincerebbe che attualmente nell’ambito di Via Raschi oggetto di trasformazione sono previsti e quindi per voi esistenti già 130.000 mc e circa 900 abitanti! Non possiamo che ribadire quanto detto in commissione e cioè che questo è INTELLETTUALMENTE SCORRETTO. L’ambito in discussione è attualmente destinato a zona artigianale, non ha e non prevede residenti (se non poche unità) ed i metri cubi edificati sono qualche migliaia !
A questo proposito è talmente evidente questo tentativo di “taroccamento”, che voi stessi, in altro documento, dichiarate ciò che noi qui stiamo sostenendo. Con allegato alla lettera del 12 ottobre 2009, proprio lei Sig. Sindaco, ribadisce alla Provincia di Sondrio di rivedere i dati di previsione di crescita della volumetria perché “ i valori di crescita endogena di mc. 40.000 e come crescita esogenza di mc 20.000 (per un totale di 60.000 mc) siano valori insufficienti. Difatti il PGT, in fase di avanzata stesura, indica valori di molto superiori……”. Anche in relazione a ciò attendiamo una risposta ai nostri quesiti e proseguiamo nell’analisi.
Se dunque Chiavenna passerà, in un arco di tempo di 5 anni dai 7300 abitanti ai quasi 10.000, chi crediamo che saranno questi abitanti ?
Ci pare di poter escludere che tale aumento sia determinato dalla demografia. In Italia la curva della popolazione indica che dal 1980 (56,5 milioni) la popolazione ha cessato di crescere velocemente (circa 3,5 milioni di persone in più ogni 10 anni) per assestarsi prima (57 milioni 1991) e tornare a crescere lentamente poi (60 milioni al 31 dicembre 2008).
I dati della nostra valle confermano sostanzialmente tale andamento con la crescita degli ultimi 20 anni ancor più attenuata (il fenomeno migratorio è, ancora, poco consistente in valle rispetto ad altre zone d’Italia).
Chiunque può osservare che nell’intera Valchiavenna dagli anni ottanta i residenti sono pressappoco gli stessi con fluttuazioni in aumento ed in calo di pochi punti percentuali. Tra gli ultimi due censimenti (1991 e 2001) gli abitanti complessivi della Valchiavenna subiscono un aumento del 1,2%.
Per quanto riguarda Chiavenna i dati ISTAT ci dicono che fra il censimento del 1991 ed il 30 giugno 2009 gli abitanti calano di 105 unità (pari ad un calo dell’ 1,4 % in 18 anni)1.
Rispetto ad una situazione con variazioni di 1 – 1,5 punti percentuali in dieci/vent’anni il nuovo PGT risponde prevedendo incrementi di popolazione del 30% (tanto per dare un idea significa ipotizzare una crescita da boom demografico per almeno 30 anni !!!) 2. Pensare di contrastare una fluttuazione che vede variazioni del + o – 1% con aumenti dell’edilizia residenziale (il 30% in più) ci apre francamente fuori scala.
Un po’ come usare il CANNONE PER SCACCIARE LE MOSCHE!
Per quanto detto sul trend demografico dell’intera Valchiavenna ci pare, anche, di poter escludere una seconda ipotesi e cioè che questo aumento di abitanti possa derivare da spostamenti intravallivi (salvo ipotizzare che metà degli abitanti di Mese, Prata Camportaccio e Piuro decidano di abbandonare i loro paesi per trasferirsi a Campedello, ai Raschi a San Carlo ecc….).
Tanto meno crediamo che, nelle vicinanze di Chiavenna, vengano impiantate manifatture che, oltre ai locali, richiedano “l’importazione” di migliaia di lavoratori e lavoratrici (ne saremmo lieti ma non rientra nel novero delle ragionevoli possibilità).
Tralasciando quindi queste ipotesi ed in assenza di una vostra risposta3 non possiamo che pensare che queste volumetrie siano destinate, per la maggior parte, a seconde case o abitazioni per le vacanze4. A questo proposito una conferma ci è parsa di coglierla nella conferenza di VAS quando è stato detto che essendo Chiavenna zona di flussi sarebbe stato necessario intercettare le persone e quindi aumentare le abitazioni.
Se poi le seconde case siano proprio quelle messe in ambito periferico piuttosto che altre più centrali, con eventuali migrazione dei residenti verso ambiti esterni al centro, è argomento che potrebbe essere discusso a lungo. Per quanto riguarda la zona dei Raschi ci preme infine osservare che le attività artigianali, regolarmente insediate sulla base delle vigenti previsioni urbanistiche, non potranno essere fatte sparire con un colpo di bacchetta. E’ quindi assolutamente verosimile che la nuova zona abitativa si troverà a convivere con attività preesistenti e non certo particolarmente adatte alla qualificazione residenziale dell’ambito.
Ma vediamo ora LA MOTIVAZIONE per cui ipotizzate di portare al di sotto di Via Tre Leghe una popolazione che, tanto per dare una idea a chi ci ascolta, sarà di poco inferiore a quella residente nell’intero territorio comunale di Campodolcino frazioni comprese (1100 residenti).
La motivazione, espressamente dichiarata, è che con gli oneri di urbanizzazione (1.800.000 Euro) acquisirete “ le aree da destinare alla formazione del Parco del Fiume Liro e, in particolare, quelle necessarie all’utilizzo pubblico dell’area a parco ed alla sua infrastrutturazione”.
In altre parole ci state dicendo che trasformerete paesaggisticamente e soprattutto socialmente l’area a sud di via Tre Leghe per acquistare, in adiacenza alla nuova strada di 6 metri che lì costruirete, alcuni prati (peraltro vincolati in maniera irreversibile stante la pericolosità idrogeologica conclamata) e metterci panchine e tavolini ?
Suvvia siamo seri….questa motivazione oltre che palesemente incongruente appare anche un po’ frivola.
Nel corso della discussione che abbiamo avuto con il Sindaco (da noi apprezzata anche per i modi informali grazie ai quali abbiamo potuto confrontar le nostre prospettive direttamente sul territorio) ci è parso di cogliere anche l’esigenza di mettere mano ad alcuni abusi presenti nell’area Giavere. Lo ribadiamo, saremo con il Sindaco e lo appoggeremo se vorrà intraprendere una meritoria battaglia di riordino ed eliminazione dei pochi manufatti abusivi, ma non ci stiamo a dipingere l’area posta a sud di via tre leghe COME IL FAR WEST O COME UNA PERIFERIA SUDAMERICANA.
Non è così e l’edificazione di decine di condomini non porterà alcun giovamento ambientale all’area che anzi verrà IRREVERSIBILMENTE compromessa, esclusivamente per incassare (una tantum) 1.800.000 Euro di oneri !
Ho detto irreversibilmente perché, se quanto da voi auspicato si avvererà, nei prossimi anni assisteremo ad una trasformazione anche sociale di quell’area.
Da decine di anni e fino a pochi anni fa via tre Leghe è stato il margine sud della nostra città. Se prendiamo la Carta Tecnica Regionale ancora in vigore, che fotografa la situazione alla data dei primi anni ottanta, notiamo che a sud di Via tre Leghe ci sono una decina di edifici ed alcune attrezzatura agricole. Da allora si sono succedute una serie di decisioni poco lungimiranti che hanno parzialmente compromesso l’area.
Questo sarà L’ATTO CONCLUSIVO!
Fermatevi ora prima di dare il via ad un vero e proprio quartiere periferico (fino ad oggi privo di servizi) di oltre 1000 abitanti. (va infatti considerato che alla previsione insediativa che va da 750 a 930 nuovi abitanti di questo PGT si sommeranno i residenti già presenti a sud di via Tre Leghe).

ob. F) “avviare il recupero delle aree residenziali e periferiche e dei nuclei frazionali”.
Per avviare il recupero dei nuclei frazionali il Piano prevede una serie di interventi che danno luogo a numerosi Ambiti di Trasformazione. Alcuni di questi possono costituire un completamento dell’esistente e paiono integrarsi con quanto presente, altri, ed è esemplare il caso di Loreto, paiono imprimere un significativo danno ambientale senza rispondere ad alcun obiettivo di utilità pubblica.
Loreto A.T. 1.4:
Per questo ambito (Loreto A.T. 1.4.) ci pare di poter dire che l’urbanista abbia tentato, peraltro malamente, di mascherare finalità che di pubblico hanno assai poco. In un primo momento ci è stato sottoposto un Piano che, prevedendo circa 7000 mc di nuova edilizia residenziale nell’area a nord est della chiesa, giustificava tali volumi con l’obiettivo di progetto5 di “individuare aree da destinare all’installazione di opere di difesa idrogeologica”.
Opere che, lo si diceva più avanti, sarebbero state a carico dei privati.
Non fosse che per curiosità personale ho provato a visionare la cartografia geologica allegata al Piano. Orbene da detta cartografia si evidenziava, con lampante chiarezza, come il geologo, incaricato dal comune, non avesse individuato alcuna necessità di difesa idrogeologica per le aree di cui all’ambito di trasformazione Loreto A.T. 1.4. Caparbiamente ho sottoposto il quesito alla commissione urbanistica ed ho così potuto vedere, nella seduta successiva, che, nulla cambiando nelle destinazioni d’uso e nelle volumetrie, si era però giunti ad un cambio dell’obiettivo da perseguire.
Quasi a dire che l’obiettivo di piano, intercambiabile in maniera illimitata, non determinava in alcuna maniera l’ambito di trasformazione che infatti restava IMMUTATO.
Come dicevo nella seconda seduta ho potuto constatare che l’obiettivo pubblico era stato integrato con l’improvvisa necessità di “realizzare un parcheggio pubblico con relativa strada di accesso da destinare ai residenti di Loreto”.
Ma quali residenti verrebbe subito da chiedere, quelli che già ci sono o quella cinquantina che arriveranno con l’approvazione del nuovo ambito posto che il parcheggio sarà a monte della frazione e non dove attualmente sorgono la maggior parte delle abitazioni ?
Non solo ma in detta seduta, ribadendo la perplessità sulle barriere idrogeologiche che facevano ancora bella mostra di sé fra gli obiettivi da perseguire, ho appreso che il termine idrogeologico era rimasto per un refuso ma in realtà le barriere di cui si parlava erano a verde, delle siepi insomma!
Non vado oltre ma quanto avvenuto credo esemplifichi, più di mille parole, l’assoluta incongruenza, per alcuni ambiti di trasformazione, fra obiettivi dichiarati ed obiettivi perseguiti.
L’esempio di quest’area, come peraltro quelle di San Carlo o Campedello, dove attualmente tutti possono vedere castagneti, vigneti e prati, è di straordinaria chiarezza anche per evidenziare altre incongruenze.
Fra chi si interessa di ambiente, ma ormai anche solo fra chi ha un minimo di interessi culturali, è nota la recente ricerca del Politecnico di Milano che ha verificato come, dal 1999 al 2007, nella sola Regione Lombardia una media di 10 ha/giorno (circa 15 campi da calcio per chi non ha dimestichezza con i numeri) di terreni agricoli o naturali, sia stata trasformata in ambiti urbanizzati. Sono certo che la straordinaria negatività di tale dato colpisca almeno chi, fra di voi (maggioranza), ha a cuore la difesa dell’ambiente e, abitualmente, parla di ristrutturazione, riusi, difesa degli habitat ecc…Sono però meno certo che questo dato sia stato attentamente ponderato visto quanto ci troviamo oggi a discutere.
Sull’area a prati e castagneto di San Carlo, dove voi prevede un ambito di trasformazione denominato A.T. 1.6., la situazione è al limite del paradossale. Dai dati consultabili in U.T. risulta che nessuno, dicasi nessuno, dei proprietari di quelle aree abbia mai chiesto, né in occasione delle osservazioni preliminari a questo PGT né in occasione della raccolta di suggerimenti operate negli anni precedenti da altre amministrazioni, il cambio di destinazione d’uso dei propri terreni. Ci troviamo quindi d’innanzi alla decisione unilaterale (o per lo meno almeno così appare dagli atti ufficiali che abbiamo potuto consultare) della maggioranza di trasformare boschi e castagneti in ambiti edificabili e relativa strada d’accesso.

Via per Uggia A.T. 1.1:
Esattamente contraria, e quindi mi si permetta un po’ paradossale, la situazione che questa sera ci proponete per l’area posta in prossimità della Via per Uggia (A.T. 1.1).
Sin dalla bozza di piano che ci avete presentato nella prima commissione urbanistica (agosto 2009) l’ambito di trasformazione A.T. 1.1. (chiesto peraltro da una pluralità di cittadini) ci è parso condivisibile e dimensionato in un ottica di giusto contemperamento fra interessi privati (l’edificazione) ed interessi collettivi (la realizzazione di una nuova viabilità d’accesso utile, per non dire INDISPENSABILE, per l’intera area).
Che un nuovo accesso, in sostituzione del pericolosissimo innesto esistente, sia INDISPENSABILE credo sia convinzione comune.
L’aumento del traffico, avvenuto negli ultimi decenni sulla SS dello Spluga, ha reso necessario ripensare la viabilità con la quale molti nostri concittadini raggiungono le proprie case (e sto parlando di case esistenti ed abitate non di previsioni).
Abbiamo atteso che la tempistica, da voi dettata, ci permettesse di arrivare in questo consiglio ad esprimere la nostra opinione ma, proprio pochi giorni fa (2 marzo), ci avete convocato per una commissione urbanistica indetta, per così dire a sanatoria, rispetto a quanto avevate già stabilito nel documento conclusivo di VAS.
Sia detto per inciso e senza spirito di polemica ma credo che tutti vedano come le commissioni consigliari possano esplicare il massimo dei benefici per l’intera collettività se vengono riunite “al fine di prendere una decisione” e non “per spiegare una decisione già firmata e protocollata” come è avvenuto per la VAS . A questo proposito poi mi piacerebbe sapere se anche il Sindaco condivide quanto detto da Farovini nello scorso consiglio e cioè che “le commissioni distolgono da quella che può essere la linea amministrativa”.
Come dicevo il documento conclusivo di VAS, firmato dal Sindaco, recita “ A seguito delle valutazioni emerse durante il processo di VAS relativamente all’area di trasformazione AT 1.1.- Via per Uggia e in merito alla realizzazione della strada di collegamento del nuovo ambito con la SS 36 si ritiene di proporre al Consiglio Comunale lo stralcio dello stesso ambito in sede di adozione di PGT”
All’ultimo momento voi ci avete quindi proposto, ma sarebbe meglio dire comunicato, di togliere un AT su cui nessuno aveva avuto nulla da ridire (né noi né gli intervenuti alla VAS).
MA PERCHE’ QUESTO? La motivazione ufficiale è stata che la strada così come da voi stessi prevista ERA TROPPO PENDENTE (15%).
Approfondendo un po’ l’argomentazione abbiamo appreso che, sulla base di ciò, non solo intendevate cancellare il previsto AT 1.1. ma ci comunicavate che, essendo scaduto (da ottobre 2009) il P.L. adiacente, avreste tolto anche questo dalla cartografia di piano.
E poco vi importa che su questi terreni, oggetto di PL, alcuni nostri concittadini si fossero (FONDATAMENTE VISTO CHE ERA UNA PREVISIONE DI PIANO) fatti delle aspettative e, cosa certamente non secondaria, avessero pagato migliaia di euro di ICI per un decennio. Ora voi, che prevedete di edificare anche dove (ufficialmente) nessuno ve lo ha chiesto (vedi appunto quanto abbiamo detto sull’ambito A.T. 1.6.) e pensate ad una espansione edilizia per così dire “veramente importante”., cancellate un’area su cui, da 10 anni, si erano create aspettative !
Per inciso ci risulta che su questa vi sia già stato richiesto il (diciamo così) “rinnovo” di tale previsione a testimonianza della volontà di completare la realizzazione del PL iniziato.
Non ho grande esperienza di urbanistica ma la cancellazione di un PL, peraltro parzialmente eseguito, mi pare, se non un “unicum”, una eccezione.
Non solo ma cancellando l’AT 1.1. cancellerete la possibilità di realizzare uno dei pochi “obiettivi di progetto” sensato e realmente collegabile all’AT.
Purtroppo, e lo dico senza ironia, cancellando l’AT 1.1. non cancellerete il problema della viabilità che resterà difficoltosa e pericolosa per decine di famiglie che già abitano in quell’area!
Su questo punto non vado oltre ma è chiaro che ritardi (qs. piano andava discusso mesi fa) od eventuali errori (prendo per buono quanto detto sulla strada) non possono essere fatti pagare ai cittadini e soprattutto non possono ritardare la realizzazione di una viabilità NECESSARIA. Sostenere che dovranno essere i privati a proporvi una viabilità NECESSARIA per l’itera zona significa ABDICARE al ruolo della Pubblica Amministrazione.

Via Carducci A.T. 1.2: (per intendersi l’area dell’ex Campo Sportivo): Quest’area, viste le importanti ripercussioni che avrà sulla qualità della vita di un’area densamente popolata come quella che va da Via Marconi alla zona della scuole Garibaldi (passando quindi per via Carducci, Via Volta, Via Fermi, Via Cerletti, Via Buzzetti, Via Violina) ha attirato la nostra attenzione.
Ad oggi i terreni limitrofi all’ex campo sportivo (circa 4000 mq) sono vincolati a standard con la prospettiva di poterli utilizzare per un ampiamento del parco realizzato una ventina di anni fa. Inutile dilungarsi sulle importanti e positive ripercussioni che avrebbe una scelta di tal tipo (sarebbe possibile ampliare l’area di gioco per i più piccoli, realizzare un campetto da pallacanestro per i ragazzi, realizzare nuovi spazi verdi ed aree di incontro ecc….).
La maggioranza Pozzoli ci ha lasciato in eredità una proposta di PGT dove veniva cancella tale possibilità introducendo un ambito di trasformazione (AT 1.2.) con una previsione edificatoria di oltre 6000 mc di edilizia residenziale (tanto per intendersi sufficiente ad ospitare, come da previsioni PGT, da 38 a 46 nuovi abitanti). Obiettivo pubblico di tale previsione, così come da voi sottopostoci nella prima riunione della commissione urbanistica, era “l’individuazione di nuove connessioni pedonali nord sud lungo Via Carducci”.
Posta l’evidente assurdità di tale “obiettivo” (aumentare la viabilità pedonale in adiacenza ad un parco con viabilità pedonale!!) avete convenuto con la nostra proposta (e di ciò vi diamo merito e ci compiaciamo) che lì l’obiettivo non poteva che essere quello di aumentare gli spazi pubblici del parchetto.
Nella nuova versione del PGT, quella oggi qui in discussione, avete perciò introdotto tale obiettivo lasciando però immodificato ogni altro parametro (i 6000 mc di nuova edilizia residenziale) con l’evidente risultato che un significativo ampliamento del parco resterà poco più che una categoria dello spirito.
A fronte della nuova espansione edilizia vi abbiamo chiestodi stimarci quanti metri quadrati, della nuova area a standard prevista (1500 mq), saranno destinati ad ampliare il Parco. Visto che in commissione abbiamo ricevuto risposte a dir poco evasive proviamo a ragionarci insieme prendendo a base la legge urbanistica nazionale (legge 1150/42 così come modificata dalla Legge “Tognoli” n° 122/89) che, all’articolo 41-sexies recita: “ Nelle nuove costruzioni ed anche nelle aree di pertinenza delle costruzioni stesse, debbono essere riservati appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore ad un metro quadrato per ogni dieci metri cubi di costruzione.”
Ciò vorrebbe dire che, al fine di rispettare la legge, per i soli parcheggi verranno utilizzati da 570 a 680 mq dei complessivi 1500 mq. Ma non è finita. Ovviamente ai parcheggi ed alle nuove abitazioni le macchine dovranno giungere per cui è consigliabile prevedere una viabilità all’interno di questa area a standard. Totale, in considerazione degli standard previsti per legge, voi oggi ci chiedete di approvare un piano che ragionevolmente potrà prevedere l’ampliamento del parchetto esistente di non più di 6-700 mq quindi di circa 1 decimo dell’esistente contro la previsione di ampliamento, ad oggi vigenti, di circa 4000 mq (quasi un raddoppio dell’esistente).
COSA PROPONIAMO: Per far si che i cittadini di Chiavenna possano usufruire di tale possibilità non avete altro da fare che rinnovare il vincolo esistente (non ne introducete uno nuovo ma confermate quanto già prima di voi altri sindaci hanno fatto) e trattare un giusto compenso con i proprietari delle aree. Anche qui però abbiamo ravvisato un po’ di esitazione.
In commissione urbanistica ci siamo infatti imbattuti nell’anomala interpretazione che questa maggioranza, per la verità in perfetta continuità con l’Amministrazione Pozzoli, fa del concetto di REITERO DEI VINCOLI. In sintesi la posizione di RINNOVAMENTO CHIAVENNA è quella secondo cui i vincoli pubblici non possono essere reiterati (come affermato in commissione) o tutt’al più devono essere indennizzati con cifre ce si lascia intendere essere stratosferiche. NON E’ COSì.
Il legislatore ha sì introdotto il concetto di giusto indennizzo (art. 39 DPR 327/01) in caso di reitero del vincolo (cosa, peraltro, assolutamente giusta e condivisibile visto che l’utilità pubblica non può essere addossata ad un solo proprietario) ma ha anche chiarito che i vincoli possono essere reiterati a due uniche condizioni:
1)mancanza di aree più idonee della stessa zona destinate ad uso pubblico;
2)perdurante conformità all’interesse pubblico della originaria destinazione, alle esigenze della collettività che richiedono la realizzazione dell’opera ed alla prevalenza delle stesse sull’interesse del privato proprietario del bene.
Stante il fatto che queste due condizioni sono assolutamente sussistenti per ciò che riguarda l’ampliamento del Parco di San Fedele si tratta di approfondire la quantificazione dell’indennizzo (per precisione l’art. 39 del DPR 327 dice “nel caso di reiterazione di un vincolo preordinato all'esproprio è dovuta al proprietario una indennità, commisurata all'entità del danno effettivamente prodotto”.)
Qui la giurisprudenza si fa più confusa fra chi parla di un indennizzo parametrato al tasso di interesse dell’indennità di esproprio (pochi centesimi o decine di centesimi anno/mq), chi del 50% dell’indennità di occupazione d’urgenza ecc…(ciò che è chiaro è che per la liquidazione dell’indennizzo non ci si rapporta alla perdita di proprietà intesa come valore dell’immobile, quindi non si parla di cifre stratosferiche). Anche la vostra Amministrazione non ha saputo smentire, in Commissione, queste interpretazioni.
In aggiunta a ciò va detto che il legislatore ha fissato il concetto di indennizzo (a tutela del privato) ma ha anche messo a disposizione dell’amministrazione una serie di strumenti, anche non finanziari, con i quali indennizzare il privato.
E’ solo il caso di ricordare che in commissione accennammo ai CREDITI EDILIZI ma si può pensare anche ad altri sistemi compensativi.
L’amministrazione è quindi messa nelle condizioni di trattare, può e deve farlo a tutela dell’interesse pubblico salvaguardando, ovviamente, anche l’interesse del proprietario dell’area.
Quello che sbalordisce è la vostra assoluta NON VOLONTA’ di valutare un giusto indennizzo per preservare un valore pubblico (nel caso odierno un significativo ampliamento del Parco) e di trincerarsi dietro mancanze di liquidità che spariscono però quando si devono scontare gli oneri relativi all’applicazione del piano casa !
Siamo diversi ed anche da queste cose si vedono le differenze. Noi, come peraltro già fatto con il PIANO CASA, cerchiamo di ottimizzare l’interesse dei proprietari con quello della collettività perché crediamo che la buona amministrazione sia possibile solo contemperando i differenti interessi voi viceversa, in maniera mi si permetta un po’ primordiale, attribuite un valore assoluto alla proprietà anche a discapito dell’utilità pubblica !

Alcuni perplessità ci sorgono infine sul Piano delle Regole. In particolare abbiamo notato che, come già discusso in commissione, voi oggi andrete ad approvare un documento che vede dei lotti urbanisticamente definiti come “lotti liberi con possibilità di edificazione”, in ambiti sui quali il vostro stesso geologo proibisce la nuova edificazione per pericolosità legata alla “caduta e/o rotolamento di massi”.
La giustificazione sostanzialmente riassumibile nell’ intanto prevediamo l’edificazione ma non se ne darà attuazione sino a che non si faranno delle opere approvate dalla Regione ( DA VERBALE COMMISSIONE URBANISTICA DEL 28/10 “il privato presenta un richiesta di nuova edificazione per i c.d. “lotti liberi”. Il progetto deve prevedere la realizzazione di adeguate protezioni ed essere autorizzato dalla Regione. Solo dopo la realizzazione delle opere di difesa la Regione autorizza la modifica del vincolo e quindi l’edificio può essere realizzato”appare francamente sconcertante. Con questo presupposto non si capisce perché non inseriate nell’edificabilità qualsiasi altra zona soggetta a dissesti idrogeologici !
Ancora peggio, se possibile, è quanto prevedete su alcune aree di Via Carducci, Bette, Viale Maloggia ecc… dove stabilite che se il proprietario farà delle opere di difesa idrogeologica potrà incrementare del 20 % la superficie residenziale e quindi, ovviamente, anche la presenza di persone. Il ragionamento appare controverso poiché:
1)Faccio delle barriere o delle opere di difesa solo se c’è pericolo altrimenti è inutile.
2)Posto che ho accertato che vi sia un pericolo, edificherò delle barriere per mettere in sicurezza ciò che già c’è sotto e non per aumentare il rischio portando residenzialità dove attualmente non c’è (MI PARE UN RAGIONAMENTO DI BUON SENSO OLTRE CHE SCIENTIFICAMENTE CORRETTO).

Nota infatti la famosa correlazione per cui.
RISCHIO = PERICOLOSITA’ x VULNERABILITA’ x VALORE
dove
PERICOLOSITA’ ,ossia probabilità che avvenga un determinato dissesto (es. caduta massi) rimarrà invariata non agendo sulla causa d’innesco
Viceversa varieranno, seppur in maniera contraria, Vulnerabilità e Valore
VULNERABILITA’ , ossia l’attitudine a resistere al fenomeno ad esempio di un edificio a resistere all’impatto di un masso che rotola dal versante, diminuirà leggermente per la posa di opere di difesa VALORE dell’elemento in termini di vite umane, valor artistico del bene ecc…che nel caso in oggetto aumenterà sensibilmente andando ad aumentare il carico antropico sull’area.
Sulla base di questa nota relazione quanto da voi previsto porta a concludere che se la realizzazione delle barriere consentirà di aumento il VALORE (da edificio fatiscente e disabitato passo a edificio più grande e abitato) è evidente che, per quante barriere possa costruire, non potrò ottenere alcuna riduzione del rischio che, viceversa, potrebbe addirittura AUMENTARE!

Mi accingo a concludere dicendo che nel merito di questo documento, che voi oggi proponete di delibera, ci sarebbe molto altro da dire ma una considerazione voglio effettuarla anche sul metodo da voi seguito. Già la precedente amministrazione aveva avviato le consultazioni con categorie e steakholder (soggetti portatori d’interessi) ed il processo di VAS era stato aperto, oltre che con la sessione per gli invitati, anche con una conferenza al pubblico tenutasi un sabato mattina presso la sala qui vicina. Voi avete programmato la seduta conclusiva del processo di VAS un venerdì mattina alle ore 10,00. Tutto regolare, nessuno lo discute, ma scelta quantomeno singolare se si voleva realmente favorire la partecipazione dei cittadini. Pur non essendo stato invitato ho potuto presenziare ad una seduta che, in 75 minuti, ha esposto quanto fatto, sentito gli interventi dei convenuti (se escludiamo impresari edili e soggetti interessati dal prospettato cambio di destinazione d’uso dei propri terreni direi meno di dieci persone) e chiuso la procedura di VAS. Mi si permetta ma quando si scelgono giorni ed orari di questo tipo (venerdì mattina alle ore 10,00 ripeto) suona un po’ ipocrita l’invito a “voler sentire il pubblico…..”

Vi chiediamo di fermarvi e di rivedere queste scelta condividendo con noi alcuni criteri, validi non solo per le aree che abbiamo citato ma per l’intero impianto del piano, che servano a discernere le aree in cui prevedere edilizia residenziale (ovviamente in misura delle esigenze e non in termini smodati).
Diciamo subito, essendo certo di averlo dimostrato non solo questa sera, che non ci stiamo a farci impropriamente cucire addosso, come qualcuno ha già tentato di fare, i panni di chi vuole congelare il territorio. Ci rendiamo conto che nella nostra realtà l’artigianato legato all’edilizia è uno dei motori della nostra economia, ma crediamo che questo artigianato vada sostenuto ed indirizzato in maniera oculata. Spingiamo ristrutturazioni, riusi, miglioramenti edilizi ecc…. senza snaturare le nostre frazioni o consumare le ultime aree verdi pianeggianti del nostro territorio comunale.
Come ha saggiamente detto Guido Scaramellini, Presidente del Centro Studi Storici Valchiavennaschi, nella conferenza conclusiva della VAS: “ Chiavenna ha raggiunto la sua dimensione ottimale. Non preoccuopiamoci di ingrandirla nei numeri quanto piuttosto di valorizzarla”.
Vi proponiamo pertanto di condividere le seguenti priorità/concetti:
1)individuare ambiti già edificati (ad esempio ciò che avete fatto su Via Mario del Grosso o nell’area di Prato Bazzi) e suscettibili di possibili trasformazioni. Su queste aree mettere nelle condizioni il privato di realizzare edilizia residenziale chiedendo però allo stesso una compartecipazione, sotto forma di benefit pubblici per l’intera collettività (es. strade, spazi verdi, passeggiata sul Mera, parcheggi, aree a standard, monetizzazioni ecc…), in relazione all’enorme valore aggiunto determinato dal cambio di destinazione d’uso.
2)individuare micro aree di completamento dei sistemi in essere all’interno della città CONSOLIDATA cercando di accogliere le istanze dei cittadini proprietari (come ad esempio avete fatto su Via Quadrio, su Uggia o nell’area denominata San Carlo 1 ma come certamente si può fare su altre aree se vi sono richieste) purchè dette istanze non contrastino con una logica di utilità pubblica e collettiva (riduzione di spazi verdi fruibili o potenzialmente fruibili, eccessivo aumento delle capacità di carico delle aree ecc….).
3)incentivare il privato affinchè si dia il massimo utilizzo del patrimonio edilizio residenziale esistente (vedi censimento sul grado di utilizzo). Tale regola viene dettata anche dal PTCP della Provincia.
4)Indirizzare i documenti di piano verso il massimo contenimento del consumo di suolo con particolare riguardo alle aree fruibili. Tale obiettivo viene peraltro dettato dalla Legge Regionale per il Governo del Territorio dove all’articolo 8 si dice “nella definizione degli obiettivi il piano tiene conto …..della minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con l’utilizzazione ottimale delle risorse territoriali” e viene ribadito anche dal PTCP della Provincia di Sondrio .
Criteri di questo tipo salvano l’impianto del vostro piano,ma ovviamente escludono i casi esaminati che noi riteniamo caratteristici in senso negativo.

sabato 6 marzo 2010

CONSIGLIO COMUNALE LUN 15.3.2010 ore 18


1. Approvazione del verbale della seduta del 27 novembre 2009.
2. Comunicazione di prelievi dal fondo di riserva.
3. Approvazione convenzione con la Comunità Montana Valchiavenna per l’esercizio associato di funzioni attuative del D.Lgs n. 81/2008 (ex D.Lgs 626/94) in materia di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro.
4. Adozione del Piano di governo del territorio (P.G.T.).
5. Approvazione piano generale di sviluppo per la legislatura 2010-2014.
6. Mozione presentata dai consiglieri del gruppo “Chiavenna di tutti” concernente: Notiziario del Comune di Chiavenna.
7. Mozione presentata dai consiglieri del gruppo “Chiavenna di tutti” concernente: Attraversamento pedonale area di Bette.
8. Interrogazione presentata dai consiglieri del gruppo “Chiavenna di tutti” concernente: istituzione di una Commissione per il bilancio.
9. Comunicazione nomina del rappresentante del comune di Chiavenna in seno all’assemblea generale del Consorzio dei comuni del bacino imbrifero montano dell’Adda (B.I.M.) di Sondrio.
10. Comunicazione nomina di un rappresentante del comune di Chiavenna in seno al collegio dei revisori dei conti del Centro Sportivo Valchiavenna.
11. Comunicazione delega, rilasciata a consigliere comunale, per la partecipazione all’Assemblea della Comunità Montana della Valchiavenna.


Il Consiglio comunale di Chiavenna

PREMESSO CHE

1) il gruppo di maggioranza ha recentemente pubblicato un proprio foglio informativo, con interventi del Sindaco e della Giunta, dichiarando di voler informare i cittadini circa la gestione politico amministrativa del Comune;
2) anche il gruppo di minoranza ritiene che l’informazione ai cittadini sia precipuo dovere degli eletti e aggiunge che a tale dovere corrisponde il diritto degli elettori di essere informati nella maniera più corretta possibile;
3) è bene che detta attività informativa, se proveniente da organi istituzionali direttamente e senza la mediazione di giornalisti terzi, sia effettuata con la massima garanzia di trasparenza e tendenziale obiettività nonché di rispetto verso tutte le idee rappresentante in Consiglio comunale;
4) proprio per tali ragioni, in passato il Comune di Chiavenna si era dotato di un proprio Notiziario, redatto da un comitato di redazione allargato alle minoranze, contenente spazi per le informazioni del Sindaco e della Giunta, spazi per le più significative delibere del Consiglio ed eguali spazi autogestiti per i commenti dei singoli gruppi;
5) il Notiziario è già registrato presso il Tribunale di Sondrio e aveva un proprio direttore responsabile iscritto all’albo dei pubblicisti, come obbligatorio per legge;
6) le spese relative al Notiziario sono sempre state modeste, considerando che la redazione e impaginazione era svolta da Consiglieri comunali volontari, non retribuiti per questo incarico;

tanto premesso, il Consiglio comunale

IMPEGNA

il Sindaco e la Giunta a:

- ricostituire il comitato di redazione del Notiziario del Comune, con la partecipazione di entrambi i gruppi consigliari, affinché di seguito sia preparato, stampato e distribuito, con periodicità da decidere, il medesimo Notiziario;
- dare indicazione affinché il Notiziario, secondo la formula già adottata in passato, contenga, oltre ai necessari spazi per le informazioni istituzionali, anche adeguati spazi per i liberi commenti dei gruppi consigliari;
- valutare la possibilità di integrare il Notiziario nel sito internet del Comune.

Ceciliani Mauro Dei Cas Luca Gallegioni Sergio Grassi Andrea Patrini Beatrice

OGGETTO: Istituzione di una Commissione per il bilancio


In data 24.9.2009 il Capogruppo del Gruppo Consiliare di minoranza aveva formalizzato la richiesta di istituzione di una Commissione per il Bilancio,
facendo seguito ai colloqui avuti con il Sindaco ed il Segretario Comunale.

Durante il Consiglio Comunale del 27.11.2009 il Capogruppo aveva chiesto a che punto fosse l’iter della richiesta.
Non avendo ricevuto risposta in quella sede, né in occasioni successive, si chiede al Sindaco di comunicare quale esito abbia avuto la nostra proposta.

Grazie.

Il Capogruppo del Gruppo Consiliare “Chiavenna di tutti”.

Patrini Beatrice


OGGETTO: Attraversamento pedonale area di Bette

PREMESSO CHE


 La strada statale che attraversa l’abitato di Bette è una arteria fortemente trafficata specialmente in concomitanza con le giornate turistiche di maggior interesse;
 L’attraversamento della strada risulta non agevole ed a volte persino pericoloso;
 Recentemente è stato realizzato un nuovo parcheggio, a servizio delle abitazioni presenti, posizionato sul lato di monte della strada e che detto parcheggio determina numerosi attraversamenti pedonali ;
 Tale nuovo parcheggio richiede alcune rifiniture alle opere di collettamento idrico;
 Lo stato dei marciapiedi necessita di urgenti interventi manutentivi;
 Ambedue i gruppi consigliari si sono assunti in campagna elettorale particolare impegno ed attenzione relativamente alle zone periferiche della città ;

PRESO ATTO


 della necessità di un attraversamento pedonale sicuro, regolato da semaforo a chiamata, davanti al parcheggio di cui sopra, per permettere ai cittadini di attraversare la SS36 che, già trafficata normalmente, diventa molto pericolosa in particolare nelle ore di maggior traffico da e verso la Valle Spluga

IL CONSIGLIO COMUNALE

1. dà mandato all’U.T. Comunale di predisporre tutta la documentazione necessaria per individuare necessità tecniche e finanziarie per realizzare un attraversamento pedonale sicuro, regolato da semaforo a chiamata, nell’area di Bette.

2. dà mandato alla Giunta di attivarsi per il reperimento dei finanziamenti e di tutto quanto necessario alla realizzazione di quanto espresso al punto 1.

3. Impegna l’Amministrazione comunale nella risoluzione dei problemi manutentivi richiamati in premessa.


I consiglieri del Gruppo di minoranza “Chiavenna di tutti”
Ceciliani Mauro Dei Cas Luca Gallegioni Sergio Grassi Andrea Patrini Beatrice

domenica 31 gennaio 2010

Da LA VOCE DELLA VALCHIAVENNA gennaio 2010

PARTE-CIPAZIONE

Negli ultimi giorni di dicembre in tutte le case dei chiavennaschi è stato recapitato un foglio prodotto dal gruppo di maggioranza (un giornale? Un foglio di propaganda elettorale?)che conteneva un messaggio del sindaco ai concittadini, un elenco di decisioni amministrative, alcune valutazioni politiche, riguardanti il PGT, in cui si rassicura contro quanti scrivono "in modo preconcetto e strumentale", riguardanti la Comunità Montana in cui si danno garanzie di competenza, esperienza e disponibilità lasciando agli altri le polemiche. (Si immagina che le garanzie vengano anche da chi lì ha fatto polemica nei 5 anni precedenti).Infine perfino l'orario di ricevimento degli assessori.
Qualcuno si è chiesto legittimamente se il "foglio informativo" era rivolto solo agli elettori della lista (3001) o a tutti gli elettori di Chiavenna (6641).
In ogni caso il primo cittadino rassicura dell'impegno da parte della lista vincente di informare con la "massima obiettività".Qualcosa non quadra.Chi guida un comune una volta eletto non diviene (e proclama di essere)amministratore di e per tutti i cittadini?
In Valchiavenna, nello stesso periodo e da una amministrazione della stessa parte politica, è stato diffuso un bollettino comunale a tutte le famiglie.Il bollettino, sobrio, poco costoso, è però informazione ufficiale del comune di Verceia.Il titolo è L'informazione Anima della Democrazia.
Porta in prima pagina lo stemma ufficiale del Comune. Contiene una articolata lettera del sindaco, che tra l'altro ringrazia il suo predecessore,(di diversa parte politica)dopo il passaggio di consegne.
Il bollettino è il numero 10 e si pone in continuità con la serie della precedente amministrazione.A pag.5 c'è un'intera pagina affidata al gruppo di minoranza che, riconosciuta la propria sconfitta elettorale, propone di contribuire ad una nuova "crescita amministrativa fatta di cose concrete, ma anche della riscoperta di importanti valori come il rispetto reciproco, la sincerità, il lavoro comune per il bene del paese..." Seguono le delibere della Giunta, i nomi del Consiglio comunale e gli incarichi della Giunta, le commissioni (o gruppi di lavoro)consiliari, le opere in programmazione e una serie di articoli su momenti salienti di vita del paese.Un bollettino sobrio,ma positivo.Abbiamo in passato plaudito all'atteggiamento emerso in Comune di Chiavenna in occasione del confronto sulla "legge sulla casa"ma il risultato del confronto sui due fogli informativi vede Verceia battere Chiavenna 3 a 0 nel merito e nel metodo.

lunedì 11 gennaio 2010