lunedì 1 giugno 2009

comunicato stampa variante via Picchi

Rispondendo al nostro comunicato, i rappresentanti dell'attuale maggioranza, ed attualmente candidati della Lista "Rinnovamento Chiavenna", hanno dichiarato:
- di aver deliberato una variante urbanistica per permettere ad un privato di costruire nel centro storico, avendo come contropartita alcuni parcheggi interrati, in un terreno già di proprietà pubblica.
- di non sapere che l'area ex-tennis fosse vincolata dalla Sovraintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici.
- che la Sovraintendenza è intervenuta dopo che il Consiglio Comunale aveva deliberato il permesso di costruire ( aggiungo che la Sovraintendenza ha chiesto di rendere almeno meno "impattante" il progetto).
- che l'indice di edificabilità è stato aumentato da 0,03 metri cubi a 0,9. Su quell'area si sarebbe potuto costruire al massimo un box, con l'apposita delibera votata da Rinnovamento Chiavenna si sta
costruendo una villa da 371 metri quadrati.
- che l'Amministrazione di cui la sottoscritta faceva parte in passato, aveva più volte rifiutato alla proprietà il permesso di costruire.
La villa di via Picchi non è un atto tecnico dovuto, ma una precisa scelta di questa amministazione uscente, con cui Maurizio De Pedrini si dichiara in continuità.
E' importante dire basta agli interessi di uno se sono a discapito di quelli di tutti.

Beatrice Patrini

2 commenti:

  1. una che ha sempre pensato con la propria testa2 giugno 2009 alle ore 16:28

    Sono un’ex-insegnante, ormai talmente inc... ta per il clima dilagante di menzogne e propaganda che si respira in Italia, da saltare a piè pari la lettura di articoli di giornale o abbassare il volume di radio e televisione.
    Mi ha fatto veramente infuriare la replica da parte del Sindaco e del signor Cerfoglia, assessore della giunta uscente nonché candidato, come altri suoi attuali colleghi, della cosiddetta lista civica ”Rinnovamento".
    Quanto sto per scrivere è sotto gli occhi di ogni persona mediamente informata, a sconfessione di questi signori.
    Via Picchi. Già vincolata quale area archeologica, poi a standard pubblici. E comunque gravata anche da vincolo paesaggistico, non solo urbanistico.
    “Il vincolo urbanistico era ormai decaduto”, si giustifica il Vicesindaco. "Non c'è stato nessun favoritismo, abbiamo solo seguito le norma e poi lasciato fare la Soprintendenza…", dice il Sindaco. Qualunque cittadino può chiedersi: se le motivazioni per i precedenti vincoli erano fondate (e per la collettività chiavennasca erano sicuramente un bene, sia quello archeologico che quello per standard pubblici), perché non è stato rinnovato e ne è stata autorizzata invece l'edificazione?
    "Nessuno sapeva che in quell'area sarebbero stati trovati i reperti… non c'erano sospetti…"
    E’ ammissibile che nessuno dell'Amministrazione uscente, formata da chiavennaschi doc diplomati o laureati, conosca un minimo di storia locale? Perché se così non è… alla faccia della coerenza e dei principi sbandierati dalla loro parte politica (essendo tesserati o vicini o comunque espressione di Lega e Forza Italia/PdL, con annessa propaganda/retorica su tradizione, storia e valori locale).La ministra Gelmini sostiene che i testi di storia vadano sostituiti, perché non sufficientemente attenti a quella del proprio territorio. Ma nella scuola già dal ’79, con successive riconferme fino alla riforma Gelmini, i programmi prescrivono espressamente che, per un insegnamento non astratto e stimolante, si debba sempre partire dalla storia locale e dalla realtà del territorio, anche con visite a monumenti, resti storici, musei.
    E' credibile/giustificabile che tutti (Sindaco, Assessori, Consiglieri), non abbiano mai messo piede nel piccolo ma suggestivo museo di Chiavenna? Che nessuno di loro abbia mai letto la copiosa bibliografia sulla storia locale, dalle edizioni del Centro Studi Storici ai Quaderni del Museo? I reperti esposti, i documenti d'archivio e gli studi scientifici attestano l’importanza storica dell’area di via Picchi e di tutte le aree circostanti il Castello e all’interno o nelle immediate adiacenze della cinta muraria di fine Quattrocento. Avrebbero visto i reperti di epoca romana ritrovati nella vicina via Novi durante lo scavo per la costruzione della media Bertacchi.
    Documenti storici e ricostruzioni mostrano il tracciato della cinta muraria di Chiavenna e il ritrovamento dei resti durante lo scavo per l’hotel San Lorenzo ne ha certificato la veridicità. L’orientamento dei resti scoperti non lasciava dubbi sul fatto che attraversasse l'area di via Garibaldi fino al torrione dell’ex-convento delle Agostiniane….

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  2. una che ha sempre pensato con la propria testa2 giugno 2009 alle ore 16:31

    continua...
    E assieme ai ruderi delle mura sono stati ritrovati anche resti di tombe di probabile epoca tardomedievale o rinascimentale.
    In proposito, a dimostrare l'entusiasmo per la libera informazione e il trasparente operare da parte di questa Amministrazione, ricordo il caso dell'anonimo "poetante satirico" (bravissimo, complimenti, chiunque esso sia). Ha accompagnato l'avvìo del cantiere con le sue composizioni in rima, affiggendone copia sulle transenne lungo la via. Era un modo arguto di informare il pubblico, oltre che di sbertucciare con sagace umorismo i responsabili di quanto stava accadendo… ma evidentemente molto fastidioso, per l'Amministrazione. Tanto da mandare con solerzia i vigili a rimuoverle sistematicamente…
    … forse perché chiamava in causa anche gli architetti (chissà poi perché sempre quelli…), la cui responsabilità risulta ancor più grave. Tra i loro doveri deontologici non hanno come primario proprio quello dell’indagine dell’area, del perché essa sia vincolata, anche se non per motivi archeologici? Si progetta nel rispetto dell’ambiente e anche considerando il valore per la gente, o solo per soddisfare le richieste della speculazione edilizia? Domanda pleonastica, purtroppo, altrimenti il nostro paese non sarebbe il più cementificato d’Europa.
    E allora chi se ne frega della presenza e della motivazione di vecchi vincoli… e giù un bel progetto a discapito della collettività, con aumento dell’indice volumetrico (anche se di poco, per non sputtanarsi del tutto)! E così un’altra delle poche residue aree libere di Chiavenna, invece di essere utilizzata a favore della collettività migliorandone la dotazione di servizi e l’apprezzamento turistico, è stata regalata alla speculazione privata (alla faccia della città slow e delle bandiere arancioni).
    Concludo complimentandomi per la lista che siete riusciti a mettere in campo. Conosco personalmente molti di voi, soprattutto quelli più giovani, e ne ho misurato concretamente il senso di responsabilità e la coerenza.
    Conosco, e stimo, anche rappresentanti della lista “Rinnovamento Chiavenna”. Ma se, testuale dal loro programma, “… sono accumunate dalla volontà di dare ulteriore spinta, in continuità di programmi, all’opera di rinnovamento realizzata negli ultimi cinque anni con la massima trasparenza e correttezza al fine di ottenere il maggior beneficio per la Comunità”, beh, c’è qualcosa che non mi torna.

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